Un bella segnalazione che devo alla prof.Fiammetta D’Angelo di cui sta per uscire una monografia su Rebora e la I Guerra Mondiale. La ricorrente depressione e in seguito la malattia, lo sguardo violento e acuto sulla Grande Guerra, l’umanità inferma toccata dalla Grazia.

Gianni Mussini e il “male oscuro” di Clemente Rebora

Clemente-Rebora

«Quanto alle mie poesie, sono deciso a ritirarle per le ragioni che le dissi» (a Enzo Ferrieri, direttore del «Convegno», il 15 marzo 1921). Può darsi, come mi suggerisce la reboriana Fiammetta D’Angelo, basandosi sull’epistolario di questo periodo, che si tratti del ricorrente esaurimento che colpiva Rebora: scrive per esempio a Furlotti il 30 gennaio di quell’anno: «una specie di ricaduta del mio male mi ha azzannato il cervelletto»; e al fratello Piero il 18 aprile: «voglio vincere questa stanchezza che si presenta sotto l’aspetto di un male fisico, abbastanza malvagio, in quanto dissimulato» (E I, pp. 473 e 478). Né si dimentichi la nota – che reca la data «30. III. 1921» – di Prezzolini: «Visita di Clemente Rebora che mi pare sempre più perso, indianizzato, lontanissimo dal mondo» (Diario I, p. 338) (Gianni Mussini).

rebora iii

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